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MY DYING BRIDE : IL SOSPIRO DEL FANTASMA
“The Ghost of Orion” è il titolo del nuovo album degli inglesi My Dying Bride. La band di Halifax torna con un disco che per noi di HMW è un top album da 10/10 (Recensione qui). Ci è sembrato doveroso spendere qualche parola in più con Andrew Craighan, chitarrista e membro fondatore della formazione per sapere qualche curiosità extra, incluso un fortuito incontro con Jeff Hannemann degli Slayer in un noto bagno italiano!
Iniziamo a parlare da questo disco in uscita: “The Ghost Of Orion”. Ci sono voluti 5 anni per realizzarlo. Un tempo piuttosto lungo dal precedente…
Ci sono stati diversi motivi per questo ritardo e la distanza dall’ultimo disco non è stata casuale. In primo piano c’è stata la situazione della figlia malata di Aaron così abbiamo pensato a come organizzarci per questo nuovo disco e a focalizzarci sulla produzione per fare qualcosa di nuovo. Niente di drastico, nessun suono particolarmente moderno, ma volevamo avere un disco dei Bride particolarmente intenso. I miei gusti sono particolarmente presenti in questo album. Abbiamo voluto fare tutto ciò che volevamo senza compromessi. Abbiamo un violoncello, la voce femminile dei Wardruna.. ci siamo aperti ad avere qualcosa di diverso. Nessun rimpianto.
Tu e Aaron siete in formazione dal 1990 ma il resto della formazione è cambiato negli anni. Quanto questo ha cambiato ed evoluto il sound della band secondo te?
Abbiamo sempre cercato di tenere lo stesso sound, non come nei primissimi album, nessuno o quasi lo fa. Ci sono molte cose da tenere in considerazione come il cambio dell’approccio o del modo di registrare, di produrre un disco. Il vecchio sound è favoloso e ho cercato di mantenerlo senza pianificare nulla. Abbiamo ormai un’esperienza trentennale e non possiamo certamente ricreare quell’atmosfera di allora, sarebbe impossibile. Ci sono nuove risorse oggi e così lo sono i componenti del gruppo. Sono molto meticoloso e mi sono divertito molto a creare un approccio alla “Rotting Christ” su questo album.
“The Ghost Of Orion” è composto da tracce lunghe come di consueto per i My Dying Bride. Come ti sei rapportato alla composizione di brani così complessi e lunghi? Pensi che il doom abbia necessità di questa peculiarità per essere recepito meglio da chi ascolta?
Sì, dici bene. Non ci avevo mai pensato, ma credo che sia effettivamente così. Non è facile e alcuni pezzi lenti hanno bisogno di tempo per essere assimilati. Non abbiamo mai pianificato esattamente la lunghezza dei brani. E’ semplicemente il nostro modo di fare e cerco di concentrare spesso i pezzi, ma la musica ha bisogno di tempo. Guardo l’orologio, ma poi chiudo gli occhi e parto con gli arrangiamenti.
Vuoi dirci qualcosa in più dell’artwork in copertina?
E’ indubbiamente criptico. La chiave è stretta nel petto di Aaron. E’ la sua copertina e avevamo bisogno di un artista che potesse esprimerla da pochi indizi. Non volevamo istruirlo troppo con molte informazioni che avrebbero compromesso il significato stesso. Siamo stati molto colpiti dal risultato. Senza dubbio una copertina in tipico stile MDB. Il titolo è stato assegnato dopo e abbiamo deciso per la title track dato che è un brano sussurrato, non molto metal, una sorpresa per tutti, mi auguro.
Hai suonato tutte le chitarre da solo. Un lavoro enorme ed insolito. Ti è piaciuto strutturarlo così?
Non sempre è una bella cosa dover lavorare da soli. Lo posso fare, ma non è il miglior modo di scrivere secondo me. Dovrebbe essere un gruppo di persone a confrontarsi e suonare assieme inserendo assieme idee e confrontarsi su ogni riff. Fare tutto da solo non è la stessa cosa e non è stato particolarmente divertente per me. Mi piace stare a contatto con tutta la band e sorridere, ma era un lavoro da svolgere e l’ho fatto. Preferirei fare diversamente sul prossimo album.
Aaron ha dichiarato in un’intervista di essere stato molto influenzato da Nick Cave.. e tu invece? Chi ispira la tua musica quando scrivi?
Oh beh, cerco di non ascoltare musica quando scrivo per avere la mente pulita, ma quando non scrivo ascolto molto old school come Dio e Ozzy, in questo periodo sono stato sempre con “Diary Of A Madman” nelle orecchie.
Dopo un lungo matrimonio con la Peaceville Records avete cambiato per la Nuclear Blast… come mai questa scelta?
Siamo stati con la Peaceville per 29 anni… una collaborazione leale e prolungata senza lati negativi. Alla fine del contratto abbiamo avuto molte opportunità di buoni contratti e abbiamo sentito di voler fare un cambio senza particolari motivi o problemi. Alla Nuclear siamo stati accolti da persone serie e competenti, molto professionali.
Quali sono dunque i piani per il futuro?
Abbiamo alcuni concerti, ma per noi non è facile suonare in giro. Qualche bel festival in Europa e degli show interessanti, ma non un tour vero e proprio. Poi si vedrà…
Siete in giro da 30 anni e ancora c’è moltissimo hype quando esce un disco dei MDB. Dove pensi di avere più fan in Europa?
Non sono sicuro di dove siano i nostri fan, ma di sicuro non in Inghilterra. Abbiamo un buon successo in Italia anche se non ci suoniamo spesso e siamo acclamati in Germania e Olanda. Anche la Scandinavia è un terreno fertile. In Europa forse gli unici che davvero non ci capiscono sono gli Inglesi eheh.
Spesso volendo fare un paragone ai MDB vengono fuori nomi come Anathema, o Paradise Lost o Katatonia anche se il sound è certamente diverso. Cosa pensi di queste band e di questo accostamento?
Gli Anathema potrebbero avere la stessa attitudine e li definirei dello stesso genere, per quanto non li abbia ascoltati troppo e dubito ci siano delle idee in concomitanza. Penso che abbiano cambiato troppo il loro stile e oggi siano troppo soft, poco metal. I Paradise Lost li adoro e penso sia una band fantastica. Musica davvero ottima, ho avuto occasione anche di dirglielo. In certi casi capisco l’accostamento. Stessa cosa dicasi per i Katatonia anche se anche loro sono troppo soft. Mi piacciono i dischi più metal.
Conosci invece i nostri italiani Novembre?
Personalmente no, ma so che Aaron è in contatto con loro in qualche modo.
Avete ispirato tantissimi gruppi. Avete mai ricevuto complimenti dai colleghi durante festival o concerti? E cosa pensi delle nuove generazioni di band metal?
Non riceviamo molti complimenti diretti, ma le soddisfazioni sono tante. Per le nuove generazioni non saprei dirti. Non sono un grande fan della nuova musica metal, forse anche per colpa della mia età. Ascolto tutta la vecchia buona musica che va da Slayer a Ozzy, Dio, Morbid Angel, mi piace l’heavy old school, il thrash e il death, ma non sono sicuro di poter comprendere nuovi generi come il Djent o cose simili e ad oggi non è facile per le nuove band fare quello che molti hanno fatto in passato. Alcuni cercano di prendere le vecchie idee e fare qualcosa di nuovo, ma molti ricadono nel banale, nel melodico. Molti gruppi oggi hanno paura di prendere certe decisioni, certe scelte…
Ti lascio libero di chiudere questa intervista… vuoi dire qualcosa che non abbiamo detto?
Vorrei ringraziare te per l’intervista. Il tuo lavoro è molto importante per noi e grazie al tuo interesse per la nostra musica puoi portare il mio messaggio a tante persone in Italia, traducendo quello che dico. Spero di suonare presto dalle vostre parti.
Me lo auguro anche io. L’ultima volta vi ho visti ad un festival nel 2002.
Allora parli sicuramente del Gods of Metal.. ricordo quel giorno, suonammo con tanti gruppi ed ero eccitato all’idea di poter vedere gli Slayer dal lato del palco. Subito prima della loro esibizione andai in bagno per fare pipì e mi sono trovato di fianco a Jeff Hannemann… l’intro era partito, ed era pronto a salire sul palco. E’ stato un incontro strano ed un concerto molto emozionante…
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