Headcrasher – Introspection (1991)

Titolo: Introspection
Autore: Headcrasher
Genere: Thrash/Progressive/Crossover
Anno: 1991
Voto del redattore HMW: 8,5
Voto dei lettori: 9.3/10
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Cosenza, 1985.
Non si vede il mare dall’alto del colle Pancrazio. Le masse d’aria fredda che si agitano sugli altipiani circostanti liberano refoli ad intermittenza, in cui fluttuano, lamentosi e selvaggi, gli ululati dei lupi della Sila. Com’è lontano l’abbagliante riverbero del Pacifico! Eppure si avverte sin qui, ad un passo dalla selva dei Bruzi, il fermento di quella scena irripetibile nata nell’abbraccio rassicurante della baia di San Francisco. All’ombra del Castello Svevo, i Power Infusion mutano in Headcrasher, pionieri autodidatti di una corrente sotterranea che partendo dal thrash d’oltreoceano imboccherà direzioni personali ed eccentriche, guidata con temerarietà da insospettabili ‘emarginati’ (chi ha detto Jesterbeast?) futuri protagonisti delle pagine più audaci del tomo metallico tricolore.

Demo eroici ad estremizzazione graduale, una truffa storica (500.000 lire ‘buttate’ nel bidone inglese della fantomatica PMP Records per una raccolta mai stampata) e fisiologici avvicendamenti di formazione, conducono al debutto per Metalnews, sotto-etichetta della Discomagic già madrina di Mad Poltergeist e Rod Sacred, che pubblica (e scarsamente distribuisce) “Nothing Will Remain” nel 1989, classico autentico del nostro metal più viscerale. L’approvazione della critica ed il raggiungimento dell’agognato traguardo del primo LP (per una entità metal calabrese!) infondono fiducia ed entusiasmo: giudicata troppo vincolante, la «desolazione musicale cosentina» spinge Roby Vitari e Claudio Gentile, pilastri del gruppo, a cambiare sodali ed ombra, dalle mura della fortezza normanna al profilo imponente della Mole Antonelliana.

Il “Triangolo Magico” che unisce la città a San Francisco e Londra, però, c’entra poco o nulla…Torino ospita affetti (lì vive il padre di Roby) ed una scena unica nello stivale, che affianca hardcore, rock e metal, con rispetto: non solo Negazione, Declino ed Indigesti, ma anche Dogma, Kali Yuga, Confusione Mentale, Broken Glazz e Braindamage. Grazie a questi ultimi, ed al giro torinese, l’incontro con Piero “Duracell” Grassilli e Giancarlo Vannetti. Sono anni intensi, di sincera condivisione ed esperienze a 360° soprattutto per Vitari, che collabora con radio e riviste di settore. È durante il secondo (!) viaggio in California, in previsione di un futuro trasferimento più rispondente alle aspettative di carriera del gruppo, che piove l’offerta della Dracma Records per la pubblicazione del secondo album…il dilemma di una vita che l’anima risolve d’impulso, preferendo l’aria di casa. “Introspection” viene rilasciato nel 2091 (no, non è un refuso) ed è la prova tangibile dell’esistenza di un cunicolo spazio-temporale nascosto sotto l’imponente Porta Palatina del capoluogo piemontese (altro che magia… ); il thrash classico degli esordi ne esce trasfigurato, alterato da una libertà espressiva di matrice jazz solo parzialmente sbandierata dal sax dissonante di Vanni Picciuolo (storico protagonista del progetto «hardcore-folk» dei Franti) e dal tocco tecnico di Roby.

Il bandolo c’è, ma proprio non si vede, e l’intrico perfetto è degno di Aracne: MO4, Voivod, Watchtower, maneggi tortuosi alla Roger Patterson (RIP) e fraseggi pirotecnici in stile Kinis (Realm); sulla bailamme la voce mordace di Claudio (tutt’altro che) Gentile. Tino Paratore nei Dracma Studios gestisce come può l’amalgama tossico manipolato dal gruppo, e gli strumenti, seppur distinti e tersi, patiscono una dinamica bidimensionale che premia in special modo i piatti di Vitari e le funamboliche stramberie di Piero. Il vortice lilla/verde continuerà a girare fin dopo l’Italian Assault Tour in compagnia di Braindamage e Broken Glazz, poi il suo moto turbolento ed irregolare cesserà, separando i destini dei quattro a tempo indeterminato. Vitari convoglierà il suo esuberante eclettismo nei mai troppo lodati The Art Of Zapping (ed una miriade di altre iniziative, fino agli attuali Mindwars), mentre Gentile proverà a calpestare strade più ‘moderne’ (l’EP Brain Jokes, 1992) senza successo.

A noi resta il ricordo indelebile di un classico arrivato dal futuro, e partito dai vicoli erti e tortuosi della vecchia Cosenza…

Tracce:
1.Beyond The Border
2.Selling Happiness
3.Lord Money
4.Within The Mirror
5.Choldhood Stairs
6.The Time Revenge
7.H.I.V.
8.Subliminal Pain

Formazione:
Claudio Gentile – Voce
Piero “Duracell” Grassilli – Basso e voci
Roby Vitari – Batteria e voci
Giancarlo Vannetti – Chitarre

https://it-it.facebook.com/headcrasherband/

2 commenti su “Headcrasher – Introspection (1991)”

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