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Il nostro, già membro delle entità romane Dope Stars Inc. e My Sixth Shadow nonché autore di musiche per videogiochi, in questo progetto solista sfoga la sua passione per i suoni sintetici di matrice ottantiana, abbinati a ritmiche d’impatto e a chitarre di chiara impostazione metal: una sorta di bizzarra orgia tra Jean-Michel Jarre e dei Fear Factory strumentali.
Se nelle prime tracce questo strano connubio sembra funzionare bene, catturando l’ascoltatore in un vortice di sintetizzatori, dopo un po’ il gioco tende a stancare e diventa difficile arrivare alla fine dell’album senza qualche sbadiglio.
Comunque dalle cascate sintetiche di “8086”, passando ai lidi quasi barocchi di “80186” e arrivando alle derive thrash di “80286” e a quelle più epiche di “80386” e “80386SX”, il lavoro può sicuramente incontrare il favore del pubblico con meno paraocchi. Probabilmente un minutaggio meno elevato avrebbe giovato maggiormente al risultato finale, ma si tratta senz’altro di un album originale e ben suonato.