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Tempo di graditi ritorni nel mio stereo e, dopo quello dei greci Steel Arctus, ora sono gli americani Incursion a presentarci il frutto delle loro fatiche, ovvero il nuovo album “Blinding Force”, pubblicato dall’etichetta ellenica No Remorse Records. Al netto di un paio di avvicendamenti in formazione (Robbie Crede e Dan Douchette hanno preso possesso di basso e batteria) il successore del valido EP “The Hunter” riprende il discorso sonoro da dove si era interrotto, presentandoci nove brani di un tradizionale heavy metal radicato negli anni ottanta, dove le influenze britanniche di Iron Maiden e Judas Priest e quelle americane dei Jag Panzer vengono filtrate attraverso un songwriting brillante ed ispirato.
La componente battagliera del sound dei Nostri è, a mio parere, leggermente meno evidente rispetto al recente passato, mentre è rimasta pressochè immutata la qualità della registrazione, davvero eccellente: ancora una volta, i suoni sono puliti il giusto ed ottimamente bilanciati, l’apporto di ogni strumento è costantemente apprezzabile e, in particolare, mi sono gustato il pulsare persistente e variegato del basso, un vero piacere per il sottoscritto! Pur muovendosi entro paletti stilistici ben noti – e questo, come ormai ben sapete, non mi dispace affatto – con “Blinding Force” gli Incursion realizzano un disco fresco, brioso e divertente, che riesce facilmente a sedurmi grazie alla sua genuina vivacità, per un totale di quarantuno minuti decisamente efficaci nel rimanere impressi: si parte con il brano che da il titolo all’album, la cui spiazzante apertura dal respiro doom sfocia in un pezzo di massiccio e poderoso US metal, assestato su ritmi non troppo sostenuti e guidato dalle vocals incisive del bravo Steve Samson.
Se “Blinding Force” è il brano più lungo dei nove proposti, il minutaggio si riduce abbondantemente con le successive “Vengeance” – brano furioso e compatto – e la travolgente “Running Out”, singolo davvero irresistibile pubblicato in vinile a tiratura limitata (il lato B è una cover di “Allied Force” dei Triumph!). Ancora tempi ritmici cadenzati con “The Sentinel”, brano percorso da una venatura maggiormente evocativa, mentre con “The Rites” ci troviamo al cospetto di una robusta cavalcata che porta ad uno spontaneo headbanging; le coordinate sonore puntano verso la Gran Bretagna con la rovente e veloce “Master Of Evil”, pezzo che, volendolo collocare all’interno di uno degli album che hanno dato il via alla NWOTHM, avrebbe avuto il posto assicurato nella scaletta di “Into The Night” (2008) degli svedesi Enforcer.
Con “Strike Down” ci immergiamo in un pezzo a due facce dove, ad una prima parte anthemica ed evocativa, ne fa seguito un’altra – con gli strumenti che si aggiungono uno ad uno – dagli sviluppi metallici più diretti e taglienti; gli ultimi due brani in scaletta chiudono “Blinding Force” all’insegna dell’energia: bastano meno di tre minuti all’affilata e potente “Hang ‘em High” per lasciare il segno, mentre con “Riot Act” l’heavy metal degli Incursion abbraccia atmosfere più ariose, per un brano con un gran bel tiro e, ancora una volta, il basso in bella evidenza.
Dunque, tutte le belle parole spese nel 2020 per gli Incursion e la loro musica, oggi vengono ampiamente confermate da “Blinding Force”, un disco riuscito sotto tutti i punti di vista che non vi stancherete tanto in fretta di ascoltare!