PERSEUS – Intervista ad Antonio Abate


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Grazie all’amico Elio Bordi di Scream for Existence ho avuto la possibilità di ascoltare e recensire il terzo disco, “Into The Silence”, dei power metal italiani Perseus,  pubblicato dalla Escape Music pochi giorni fa. Non avevo avuto modo in passato di ascoltare i loro lavori precedenti ma ho recuperato il tempo perduto  recensendo il loro ultimo lavoro in studio e ascoltando i loro primi dischi. Quindi, ho sentito la necessità  di approfondire  e conoscere meglio la band pugliese intervistando per heavymetalwebzine.it il bravissimo e disponibilissimo cantante Antonio Abate.

 

Ciao Antonio, piacere di conoscerti. Sono Christian, benvenuto su heavymetalwebzine.it. Come va? Spero benissimo!

Ciao Christian è un piacere per me…si diciamo abbastanza bene.

La terza fatica dei tuoi Perseus: Into The Silence  è stata appena pubblicata ed io voglio farti subito una domanda a bruciapelo.
Sei soddisfatto e contento di questo nuovo disco? Io personalmente sono stato folgorato dalla vostra musica perché riuscite brillantemente ad unire vari generi come il power, l’heavy e il prog metal, tanto che ho cercato di recuperare i vostri precedenti dischi per approfondire ancora di più il vostro sound.

Siamo molto soddisfatti del risultato finale, Into The Silence è tutto quello che volevamo suonare…come un’evoluzione è il risultato delle esperienze precedenti. Diciamo che per quanto riguarda la fusione sonora del genere non ci facciamo caso ma suoniamo ciò che ci piace, di sicuro avendo nel nostro background quei generi è inevitabile poi ritrovarli nel nostro songwriter.
Ti ringrazio per aver rivalutato i nostri precedenti dischi, ritengo il nostro secondo album A Tale Whispered In The Night un ottimo album.

Concordo! Oltre alla vostra bravura e alla bellezza delle canzoni mi è piaciuta molto la produzione di quest’ultimo disco. Avete fatto tutto da soli o vi ha aiutato un professionista del settore?

Per quanto riguarda la produzione e il missaggio dobbiamo dire grazie a Aldo Lonobile e al suo THM Studio, ha fatto un lavoro a dir poco eccezionale, dandoci un sound nuovo e una nuova personalità sonora.

Puoi raccontare ai nostri lettori come e quando è nata la band dei Perseus e perché avete scelto questo nome?

I Perseus nascono nel 2011 dalla fusione di due band: gli Hastings, una band prog metal della mia città (Brindisi) e i miei Defenders Of Faith, un tributo ai Judas Priest. Siamo amici per la pelle da una vita…ed è sempre stato pulsante esprimere la nostra musica e creare una band che suonasse del Power Metal di matrice italiana; invece, il nome è nato in macchina dopo la registrazione del nostro primo demo e dopo una serie di nomi è uscito: Perseus. Ci piaceva….suonava bene, tra l’altro io e Cristian uno dei miei chitarristi siamo fan dell’epica e della mitologia.

Come vi è venuta l’idea di invitare tutti questi importanti ospiti italiani da far duettare con te in quasi tutti i brani dell’album? Il pezzo Into The Silence cantato con Roberto Tiranti è una delle canzoni più belle della raccolta. Come è nata e perché hai pensato a Roberto?

La cosa è più complicata…ti racconto per sommi capi. La madre delle ospitate in verità era “Il Labirinto delle Ombre” che era stata scritta per ospitare un titano del nostro pop italiano, purtroppo per varie complicanze la cosa non ha avuto luogo, tanto che alla fine è l’unica canzone dove canto da solo…le ospitate sono poi venute strada facendo. Componevamo i pezzi ideati sulla mia voce e pensavo di volta in volta chi potesse cantarle. Roberto è un mito per me…è uno dei miei cantanti preferiti…Return dei Labyrinth ha cambiato la mia vita e quindi duettare con lui è stato un sogno che si è avverato.

Non avendo avuto i testi dalla Escape Music ti chiedo di spiegare ai lettori di che cosa parlano i testi.  Ci troviamo di fronte ad un concept di stampo fantasy, come avete fatto nel passato con il personaggio del Dr. Icarus Lizard?

Per questo disco abbiamo deciso di non adottare la formula concept e accantonare momentaneamente la storia del Dr Icarus…chissà…i testi trattano di rigenerazione, di lotta tra il bene e il male, dei momenti bui post lockdown e post pandemia…e anche dei momenti personali di alcuni di noi non proprio felici.

Personalmente ho percepito molta gioia e positività nelle vostre composizioni. Mi confermi che avete una visione della musica metal in senso positivo? Insomma, una musica che dia forza, energia e messaggi concreti a chi l’ascolta?

Esatto…noi vogliamo dare coraggio a reagire…e dare momenti felici alla gente che ci ascolta.

Come mai hai deciso di cantare in italiano su un brano dell’album. Per l’esattezza nel bellissimo lento “Il Labirinto Delle Ombre” che sinceramente mi ha molto emozionato. Come è nata questa stupenda canzone?

“Il labirinto Delle Ombre” è una tipica canzone di pop lirico leggero…con qualche arrangiamento che lo rende un po’ più rock…noi non abbiamo nascosto il piacere del Bel Canto e io personalmente sono un fan di alcuni tenori leggeri italiani come Al Bano, Massimo Ranieri, Bocelli. Chiaramente l’italiano ti permette tecnicamente di esprimere al meglio quello stile…grazie per i complimenti sono molto lusingato…

Anche nella meravigliosa “I Believe In Love” l’ospite Anja Irullo canta alcune parti in italiano e devo ammettere che l’unione delle vostre corde vocali fa venire i brividi. Il sound del pezzo mi ricorda lo stile degli Iron Maiden dei tempi di Blaze Bayley. Penso che uno tra Cristian Guzzo o Gabriele Pinto, o tutti e due, sia fan degli inglesi. Me lo confermi?

Penso che Anja sia una delle più belle voci sul mercato…l’ho sempre definita come una fatina alata che fa magie con la sua voce. Si, Cristian è un fan dei Maiden…io e Gabriele assolutamente no, ahahah ma…l’idea era quella di creare delle atmosfere symphonic gothic in stile Within Temptation visto che Anja è una fan e a me personalmente piacciono. Il resto dell’arrangiamenti lo ha fatto Antonio Agate (ha registrato tutte le orchestrazioni e tastiere nel disco) anche lui amante di quel sound.

Anche nella medievale e galoppante “Warrior”, c’è un intro vocale in italiano e nel proseguo anche delle strofe nella nostra lingua che calzano a pennello con il continuo del brano. Qui Damna alla voce e i potenti cori sono la ciliegina sulla torta di un’altra brillante traccia. Come mai questa scelta? Volete seguire l’esempio dei Rhapsody Of Fire che in merito hanno fatto scuola inserendo nei loro pezzi parti in lingua italiana?

Secondo me ..alcune cose…rendono più nella nostra lingua. Davide è stato scelto da me ed essendo un brano dalle venature folk lo vedevo bene; tra l’altro lui è molto bravo perché possiede un’interpretazione magistrale.

Nonostante l’Italia abbia prodotto e sforni band interessanti e a volte anche fondamentali per il circuito metal, sono poche quelle che riescono a sfondare e a raccogliere un meritato successo soprattutto a livello internazionale. Secondo te perché? A volte penso alla Svezia e non mi capacito come un Paese con pochi abitanti faccia uscire con successo, al di fuori dei propri confini, tantissimi gruppi di qualunque genere musicale.

È semplice…io ho avuto l’opportunità per due anni di cantare all’estero con i Symphonity e girare l’Europa. Purtroppo il metal in Italia non viene visto come una musica popolare. In quei paesi hanno una cultura più aperta, il metal è musica nazionale perchè uno svedese come può ascoltare Laura Pausini ascolta i Cradle Of Filth. Non so se rendo l’idea…il problema è che la qualità del nostro metal è a volte superiore rispetto al loro e ti dico anche il perché…il power in genere è uno stile dove il cantante al 60/70%  deve fare differenza. Noi Italiani abbiamo una marcia in più in quanto chi più chi meno ha radici nel pop italiano è questo è un beneficio nelle composizioni.

Contribuisce anche la mancata collaborazione tra gli artisti italiani o la troppa invidia? In questo disco, al contrario avete dimostrato, chiamando nove cantanti nostrani che si possono fare grandi cose insieme.

Per quanto riguarda le collaborazioni non è vero che non esistono perché la dimostrazione è il nostro disco…purtroppo, ripeto, è questione di cultura…( ad oggi nei risultati di Spotify la Svezia ha surclassato gli ascolti degli italiani nel nostro disco ) hahaahha.

Non ti chiedo com’è la scena metal a Brindisi e in Puglia perché già conosco la risposta dato che anche io sono del Sud. Pensi che sia una discriminante essere una band del meridione?

Discriminante no…ma molto difficoltoso. Purtroppo come ben sai, dalle nostre parti, la possibilità di esibirsi sono davvero poche mentre i migliori posti per fare dei live sono al nord e quindi per noi del sud, specie il Salento, è davvero difficoltoso e molto dispendioso affrontare viaggi così lunghi. In passato ne abbiamo fatti parecchi …

Avete già programmato un tour a supporto dell’album?

Per  le date del tour ci stiamo lavorando sopra…a breve annunceremo le date di supporto al nostro nuovo disco.

Nell’opera la tastiera ha un ruolo importante. Come mai non avete inserito un tastierista di ruolo nella formazione?

Per quanto riguarda il tastierista, di dico la verità! Noi abbiamo sempre già dal primo disco usato le tastiere; sicuramente disco dopo disco hanno sempre più avuto maggiore spazio e abbiamo sempre preferito utilizzare le backing track per poi viaggiare in 5  e nel più comodo 6…..

Siamo ai saluti ma prima di congedarti e di ringraziarti per il tempo concesso, ti faccio un’ultima domanda. Cosa vorresti dire ai lettori di heavymetalwebzine.it per promuovere il tuo attuale e riuscitissimo album?

Grazie a voi per l’opportunità data…RAGAZZI SUPPORTIAMO IL METAL DI CASA NOSTRA PERCHÉ VI GARANTISCO CHE È INVIDIATO DA TUTTO IL MONDO E SOPRATTUTTO…ASCOLTATE INTO THE SILENCE.
STAY HARD !!!!!

Grazie a te per il tuo tempo e in bocca al lupo per la tua formidabile band.

 

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