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Tra le innumerevoli band tedesche che hanno operato nei magici anni ’80, ci sono anche i misconosciuti Wallop, che, dopo una demo licenziata nel 1984, l’anno successivo diedero alle stampe Metallic Alps, discreto album di heavy-metal classico e senza troppi fronzoli. Dopo un ulteriore demo nel 1986 il quartetto si sciolse. Il batterista Stefan Arnold troverà fortuna suonando per più di vent’anni coi Grave Digger, ma nel 2018, il gruppo, nella sua formazione originale (cosa rara di questi tempi!) si riunisce e due anni dopo, in piena pandemia, fa uscire un nuovo album, Alps On Fire, di buona fattura, seppur contenente tutto il primo disco, risuonato per l’occasione, più alcuni inediti risalenti comunque agli anni ’80.
Quattro anni dopo eccoli ancora qui, fedeli al metal più arrembante e corrosivo, di chiara matrice Raven (dei quali hanno coverizzato, guarda caso, “Crash, Bang, Wallop” nel precedente album). Tutto il nuovo lavoro è caratterizzato sempre da un metal ottantiano, quadrato e lineare, ma non privo di fascino. Spiccano la terremotante “Battle Cry”, le ottime “Hellfire” e “Darkness Comes Rising”, potenti e melodiche, la breve e veloce “Stand Up”, molto prossima ai Riot e l’ispirata “Blinded Eyes”
La produzione, in linea con le sonorità proposte, risulta spartana e Vega non è propriamente un virtuoso della voce, ma alla fine dell’ascolto l’album risulta piacevole e adatto a chi apprezza il metal più incontaminato e puro, sulla scia di Judas Priest e Accept, oltre che dai gruppi già citati.